Chiesa di San Rocco
Appena fuori le mura del centro storico,nei pressi di dov’era la porta maggiore ,c’ è la chiesa di San Rocco, sita all’ingresso del primo quartiere di espansione, il rione Carerra.E’ a navata unica e fu costruita nel 1540. L’esterno si presenta semplice nelle linee, proprie dello stile rococò, con campanile a vela che esalta la monumentalità. L’interno custodisce una statua lignea del XVII secolo rappresentante San Rocco.
Nella mission della nostra associazione c'è la ricerca e promozione del patrimonio culturale del nostro territorio, ai fini di stimolare una educazione ambientale dei giovani e dei cittadini tutti ,stimolando la sensibilità verso la tutela delle preminenze culturali del territorio. Si tutela ciò che si conosce.
Il prof. Franco Armento , già docente del Liceo Scientifico "Matteo Parisi" di Bernalda, studioso e ricercatore del nostro patrimonio culturale, autore di diversi lavori di ricerca riguardanti Bernalda, tra cui citare il libro "Bernalda: chiese e clero nel XVII secolo" da cui abbiamo attinto doverse notizie riguadanti le nostre chiese.
Il prof. Armento nel 2018 termina una sua ricerca riguardante la Chiesa di San Rocco , presente in contrada Carrera, un lavoro forse poco conosciuto finora. Tale lavoro di ricerca, con piacere ed onore ,gli diamo uno spazio importante nel nostro sito, che è diventato un riferimento importante (vedi le numerose visite) della promozione del nostro territorio.
Notizie storiche sulla chiesa di san Rocco a Bernalda
di Franco Armento
Il giorno 12 maggio 1544, il cardinale Giovanni Maria Saraceno della città di Napoli, arcivescovo di Acerenza e Matera, giungendo a Bernalda per la Visita Pastorale, fu ospitato nel castello, "preparato per sè come residenza".
Nel pomeriggio dello stesso giorno per prima visitò la chiesa di San Bernardino, poi tutte le altre Intra moenia e, prima di giungere alla chiesa del Convento, è scritto testualmente nel resoconto della visita: “visitò la Cappella di S. Rocco, e dell’Università ed è senza introiti”. (1) Da notare che l'arcivescovo ha usato il termine "cappella" = piccola chiesa, edicola con altare.Quella dedicata a san Rocco, appunto, doveva essere di dimensioni ridotte rispetto all’attuale superficie e, con ogni probabilità, preesistente all’atto di assegnazione del feudo di Camarda a Bernardino de Bernaudo, avvenuta nel 1497. A meno che non si voglia ipotizzare la costruzione della chiesa coeva a quella della Chiesa Madre e alle mura di cinta del paese, poiché si era soliti, per arrestare il flagello della peste nel centro abitato e nell’agro, situare chiese e cappelle in onore del Santo alle porte della città Generalmente, per le Chiese intra ed extra moenia veniva indicato il nome del fondatore e la consistenza della dote e del beneficio in godimento, che ne garantiva l'autonomia economica in tutti i sensi. Per la cappella di san Rocco si specifica "è senza introiti", praticamente è povera, non possiede un cespite. Un altro aspetto potrebbe autorizzare l'ipotesi della preesistenza della cappella alla data di fondazione del primo nucleo abitativo di Bernalda: la cappella di san Rocco e quella di san Donato sono le uniche, come si legge nella Visita, " bene accomodate" dal punto di vista edilizio.
Per tutte le altre, che evidentemente sono in fase di costruzione, il cardinale annota:
La Cappella di S. Maria...che non è coperta né ha porte.
La Cappella di S. Maria del Carmine è mezza discoperta.
La Cappella di S. Antonio incompleta
La Cappella di S. Antonio di Padova, è senza Altare poiché è cadente da un lato."(2)
A differenza di tutte queste cappelle, quella di san Rocco è piccola, senza introiti, ma completa in ogni sua parte, tanto che l'arcivescovo non muove alcun rilievo particolare per quanto concerne l'aspetto edilizio.
Per tutto il XVII secolo la cappella resta nelle medesime condizioni e nel corso del XVIII sec. , subisce due ampliamenti e rifacimenti strutturali: nel 1716 e nel 1796.
Diversi fattori concorrono per l'ampliamento del sacro immobile: l'aumento della popolazione, la diffusione tra i fedeli de! culto di questo santo taumaturgo e, non ultima, una specie di speculazione edilizia che interessò nel corso del 1700 lo spazio compreso tra la chiesa di san Rocco e quella retrostante di san Gaetano.
In una Platea redatta nel 1726 si legge testualmente:
"Fuori la porta Maggiore di questa terra vi è la prima Cappella dedicata al Glorioso S. Rocco, qual Cappella per sin dall'anno 1716 fù rifatta, ed' ampliata a spese de! Monte della Pietà, con che detta Cappella partecipa in quella poca industria degl' animali, come già si disse; il dì cui frontispizio mira l'Occidente, vi è l'altare con l'immagine di detto Glorioso Santo da una parte, e dall'altra quella di S. Sebastiano in quadro in tela. (Segue l'elenco delle suppellettili in dotazione di questo altare).
In detta cappella vi è un'altr'altare dedicato al Glorioso S. Filippo Neri à divozione degl'eredi del quondam Berardino di Biaso, e sopra detto altare vi stà un' altro quadro di Maria di Costantinopoli in tela, (segue elenco delle suppellettili). Una campana di rotola 20 in circa, e detto Biaso fà cantare una messa l'anno nel dì detto Santo ". (3)
Fino a questa data, 1726, la chiesa dovette essere sprovvista di statua, in quanto esplicitamente si parla, per S. Sebastiano, per S. Filippo Neri e per Maria di Costantinopoli di "quadro in tela". È pur vero che, per quanto riguarda san Rocco si legge: "L'altare con l'immagine di detto Glorioso Santo", senza specificare se trattasi di quadro o statua. Per analogia con altre citazioni di santi in altre chiese, in termine "immagine" indica una rappresentazione grafico-pittorica del santo di cui si parla. A queste deduzioni si aggiunga il dato concreto dell'impegno economico che avrebbe richiesto la realizzazione di una statua e, nel caso specifico, della povertà della cappella.
La prima ristrutturazione fu realizzata nel 1716 "a spese del Monte della Pietà" e poco più avanti, nella stessa Platea del 1726, si viene a sapere che nella Chiesa Madre, sul lato sinistro dopo il campanile si trovano due cappelle: la prima confinante con il campanile, è indicata come il "Cappellone di M.V. dei Rosario"; confinante con questo e corrispondente, quindi, alla prima parte dell'attuale sagrestia, era ubicata la "Cappella del Monte di Pietà o Purgatorio coll'altare dedicato a Maria Vergine della Pietà in tela e di sotto detta Immagine vi stanno pittate l'anime del Purgatorio coll'immagine da una parte di S. Gregorio e di S. Antonio da Padova, e dall'altra quella di Francesco di Assisi e di S. Berardino (segue elenco delle suppellettili).
L'istessa Cappella possiede quindeci animali vaccini tra piccoli e grandi, cento venti quattro animali caprini, quali animali presentemente sono dati a campo salvo per trè anni al signor Don Nicol'Appio sacerdote capitolare di detta Chiesa e sen'esiggono locati 27, e grana 20 (segue l'elenco degli altri beni appartenenti alla Cappella del Monte di Pietà).Similmente paga carlini dodeci per il Vespro, e Messa, che si canta da questo Reverendo Capitolo nella festività del Glorioso S. Rocco nella sua Cappella situata fuor le mura di questa terra per la partecipazione tiene con quella del Purgatorio, che similmente tiene una cascia in cui si conservano quattro abiti con la mozzetta nera con l'effigie della morte". (4)
Nel 1740, nella Visita Pastorale dell'arcivescovo Francesco Lanfranchi, così veniva denominati "de campestri cappella S. Rochi». Prima di giungere all'ampliamento del 1796 ci viene in soccorso la notazione di un'altra Visita Pastorale del 1761 predisposta dall'arcivescovo Filangieri per mezzo del suo Vicario Generale: "Prope muros huius terrae erecta est Cappella S. Rochi sub cura Magnificae Universitatis, in qua duo erecta sunt Maria, et visitando Altare Maius S.Rochi, mandavit provideri de floribus, et immagine Crucifixi. Proinde visitavit Altare S.Philippi Nerii ad curam familiae de Biaso, et mandavit, quod anterioris protrahatur Ara sacra, providentur de floribus, et renovetur lmago Sancissimi Crucifixi".
Per quanto riguarda l'ampliamento del 1796 sí è supportati da due documenti: uno rappresentato dall'epigrafe posta sulla destra della porta d'ingresso, sovrastante l'acquasantiera dove si legge: "Nel 1796 questa cappella venne dalla famiglia Annese fatta ingrandire", l'altro da quanto a questo proposito si legge nella "Istoria Civica di Bernalda" di Filippo Ambrosiano.
Ascoltiamo cosa racconta in proposito l'illustre concittadino:
"...Nell'uscire dalla porta Maggiore, vi è la Cappella che appellasi di San Rocco...Questa cappella è recente, perché lo scolo dell'acqua, che raccogliesi dalla superiore pianura, è giunta sin alle fondamenta, e si pensava altrove farsi a divozione e spese di Domenico Annese, il quale per mezzo mio in questo mese 1796 fa formare anco la statua di esso San Rocco da! celebre statuario Giuseppe Attanasio". (6)
Evidenti lavori di sistemazione, per scopi edilizi, del territorio compreso tra la chiesa di san Rocco, san Gaetano e la chiesa del Convento avevano creato uno scompenso nel deflusso delle acque, tale che queste intaccavano "sin alle fondamenta" la chiesa di san Rocco.
La compromettevano a tal punto da pensare di ricostruire "altrove", in un altro posto la stessa chiesa. L'infiltrazione di acqua alle fondazioni rappresentava un motivo che, insieme alla superficie ridotta della chiesa, faceva propendere per una riedificazione della stessa in altro luogo.
È agevole rendersi conto della ubicazione topografica della chiesa: situata all'estremità di un vasto spazio pianeggiante, che dal santo prende il nome "il fosso san Rocco", nei periodi di piogge abbondanti l'acqua non assorbita scorreva verso la parte in pendenza, intercettando sul suo percorso la chiesa, prima di precipitarsi nel sottostante fossato.
Inoltre la chiesa era incastonata tra "siti di case" che la privavano sia della possibilità di ampliarsi ulteriormente, pur richiedendolo l'aumentata devozione popolare, sia di una agevole lettura architettonica che, se non fosse stata per la piazzetta antistante e per la facciata edificata nel 1796, si sarebbe confusa con e tra le case circostanti.
Poco piu avanti nella sua "lstoria" l'Ambrosano cosi continua:
"Si pensava altrove formarsi detta cappella, perché assai ristretta, ed intorno e a lati della medesima concessi dal Barone, quantunque spazio pubblico, a siti di case. Miadoperaicol medesimo a non prendersela con Dio e cò santi, lasciasse la libertà di riformarsied ampliarsi la divisata cappella, e non ostasse né anco ad ergersi una fabbrÍca ivi vicina per la dote della cappella….”
Il curatore di questa “Istoria Civica” pragmaticamente cosi commenta in nota il testo citato: "ln questo caso (l'Ambrosano) ci segnala un episodio ehe potremmo oggi definire di 'speculazione fondiaria ed edilizia". ll Barone ínfatti aveva autorizzato la destinazione di aree di proprietà dell'Università a "siti di case", senza curarsi di ridurre a poco lo spazio relativo alla chiesetta di San Rocco che, attaccata da gravi infilrtrazioni alle fondazioni, necessitava di essere ricostruita in un altro luogo. Don Filippo riferisce di essere intervenuto presso il Barone acchè recedesse dalla sua abusiva autorizzazione "urbanistica", e tenesse in considerazione í diritti del Santo ad avere una chiesa piu ampia e adeguatamente dotata.” (7)
Passa tutto l'Ottocento e solo dopo i primi decenni del Novecento, per la precísione nel 1930, la chiesa venne ancora una volta "fatta restaurare dal sacerdote don Leonardo Parente", che ce la
consegnò cosi come ancora oggi la possiamo vedere. Nei documenti esaminati sono citati altri due santi: san Sebastiano e san Filippo Neri. A partire dai primi anni del Settecento, la chiesa presentava due altari, uno dedicato a san Rocco "con l'immagine di detto Glorioso santo da una parte, e dall'altra quello di san Sebastiano in quadro in tela.
Come spíegare la presenza di detto santo accanto a quella di san Rocco?
San Sebastiano fu molto popolare nei secoli XVII e XVIII, perché santo invocato contro la peste, come san Rocco. Per tutto il Seicento l'ltalia, in particolare quella meridionale, fu investíta da varie ondate di pestilenza che falcidiarono a piu riprese la popolazione che, in mancanza di presidi sanitari, riponeva le speranze di guarigione e di salvezza negli interventi soprannaturali dei santi taumaturghi.
L'altro altare era “dedicato al Glorioso San Filippo Neri à divozione degl'Eredi del quondam Berardino di Biaso”.
La prima domanda che si dovrebbe soddisfare riguarda il tempo in cui si è aggiunta questa devozione a quella di san Rocco. Si consideri, prima di tutto, che san Filippo fu canonizzato nel 1622 e il primo ampliamento della chiesa fu realizzato nel 1716: presumibilmente il secondo altare, dedicato a san Filippo, fu edificato in questa data, in occasione appunto dell’ampliamento della cappella. Si conosce, inoltre, il nome del devoto che sostenne le spese per la costruzione e il mantenimento di questo altare: “quondam Berardino di Biaso" che, tra I'altro, “Fa cantare una Messa l'anno nel di detto Santo.” Vissuto nel 1500 e fondatore degli oratoriani, san Filippo istitui la confraternita della SS.Trinità nel 1548, detta anche "dei pellegrini e dei convalescenti. Il devoto di Biaso perché si rivolse proprio a san Filippo Neri? Per grazia ricevuta, per essere stato lui stesso “pellegrino” in un lontano viaggio o, piu semplicemente per Ia volontà di associare in una stessa chiesa san Rocco, pellegrino per antonomasia, al protettore di questa pratica di devozione rappresentata dal pellegrinaggio? Sempre l'Ambrosano scriveva di un "altro altare col quadro del mio (perche anch'egli si chiamava Filippo) glorioso San Filippo Neri, simile a quello che esiste nel suo altare in questa (l'Ambrosano soggiornò per un lungo periodo in Napoli) Chiesa de P.P. Girolamini al quale si fa la festa precedente la novena nel di 26 maggio, giorno del Santo'. L'ultimo restauro della chiesa disan Rocco risale, come ricordato in precedenza, al 1930. Sono passati quasi 80 anni e l'immobile risente su di sé l'inesorabile trascorrere del tempo (che ne rende fatiscente l'interno e I'esterno) e un certo disinteresse, che consente ad un genuino spontaneismo di pochi di realizzare quelle superfetazioni che tradiscono la disposizione originaria dell'immobile e degli oggetti sacri presenti. È giunto il momento che alla chiesetta venga rivolte maggiore attenzione da parte di tutti i fedeli e le istituzioni preposte per un recupero globale di questa testimonianza di fede del popolo bernaldese.
Franco Armento
Bernalda 18 agosto 2018
note:
1) Grillo Acerenza e Matera la Visita Pastorale nella Diocesi 1543-1544. Lavello, 1994, p.173
2) Ibidem, p.173
3) Bernalda, Stato e fondazione, 1726, manoscritto cartaceo in A.S.D.M.
4) Ibidem,
(5) Ibidem Visita Pastorale, arcivescovo Serafino Filangieri, 1761.
6) F. Arnbrosano, Istoria Civica di Bemaida 1798, a cura di A. Tataranno, Matera 1997, p.81
Bernalda e Metaponto,estate 2016, bella scoperta ...
Estate , periodo clou del turismo.Ecco una sintesi delle cose da vedere e da proporre agli ospiti che vengono a trovarci a Bernalda e Metaponto.
Molti monumenti o tracce di aree archeologiche purtroppo non sono visitabili, ma si possono tranquillamente visitare,magari con uno smatphone in mano da cui attraverso questa pagina,sarà possibile leggere qualcosa sul monumento da visitare.
Leggi tutto: Bernalda e Metaponto,estate 2016, bella scoperta...
Mostra di Pitagora al Parco Archeologico di Apollo Licio
Così come programmato con l'Amministrazione Comunale di Bernalda negli eventi Estate 2016,viene ripetatuta la "Mostra di Pitagora e della scuola pitagorica", che tanti consensi ha riscosso tra i turisti nell'estate 2015.
Leggi tutto: Mostra di Pitagora al Parco Archeologico di Apollo Licio
Sagra di pasta,fagiolini e cacioricotta...un piatto bernaldese
Il 5 Agosto , presso Largo San Donato a Bernalda si terrà la II edizione della Sagra di pasta,fagiolini e cacioricotta, organizzata da Cea B&M ed il Laboratorio per i Bene Comune, associazione con cui Cea è in rete per questa estate 2016.
Programma Estate 2016 di Cea B&M
Tutto pronto e programmato per l'estate 2016 per Cea Bernalda e Metaponto. La novità dell'estate 2016 è la collaborazione con altre associazioni del territorio, fare rete è un necessità per rendere più efficace l'azione della nostra
mission.Siamo in rete con il Laboratorio per il Bene Comune/Casa dell'Accoglienza Santa Marta con la manifestazione "D'estARTI a Bernalda" con cui condivideremo un concerto di Musica Classica il 22 luglio a Bernalda, la Sagra del Fagiolino e Cacioricotta del 5 Agosto e tre proiezioni di film Cult all'aperto a Bernalda
Pagina 12 di 12
Ultimi Articoli
- Chiesa di San Rocco a Bernalda di Franco Armento
- Cosimo Sampietro, pittore bernaldese acquisito
- Giornate Fai d'Autunno 2023, il nostro patrimonio culturale in vetrina
- Quando a Bernalda passeggiavano gli elefanti...
- Usi e costumi: le esequie
- Visita il centro storico di Bernalda-Estate 2023
- Alberi in memoria di una persona cara
- CALENDARIO EVENTI CEA 2023 “ Passeggiate pitagoriche ”
- Metaponto e Taranto : nemici divisi dal Fiume Bradano
- Orto botanico: Un albero per il futuro