La Chora di Metaponto potrebbe diventare Deposito nazionale di Scorie Nucleari ?
La Chora di Metaponto potrebbe diventare Deposito Nazionale delle Scorie nucleari?
La befana porta da sempre regali, ai bernaldesi e ai lucani nel 2021 ha portato cenere e carbone.
Come se non bastassero tutti i problemi legati al covid , tamponi e alle vaccinazioni. La Sogin ha reso noto i siti italiani "candidati" ad ospitare il deposito nazionale di tutti i rifiuti radioattivi nazionali. I siti sono 67 e .... due ricadano nel Comune di Bernalda.
Dal sito specifico della Sogin si possono rilevare tutte le informazioni in merito, dal link ci si può erudire in merito. La struttura sarà imponente , 150 ettari e secondo i "tecnici Sogin" in assoluta sicurezza.
Il caposaldo della mission di Cea B&M è sempre stata la conoscenza, requisito fondamentale per una educazione ambientale. Con questo articolo non si vuole fare sintesi di ben 10 anni di attività della nostra associazione nel campo della ricerca, valorizzazione e promozione del territorio, basta consultare il sito, ma vedere nella mappa dei siti possibili dello stoccaggio nuclearare la Chora di Metaponto non si può tacere.
Due parole sulle iniziative che abbiamo fatto nella Chora vanno spese a, oltre a cogliere l'occasione per salutare e ringraziare il prof. J.C.Carter, archeologo americano, che per 40 anni ha diretto scavi, studiato e divulgato la nostra Chora in tutto il mondo.
Fino a qualche anno fa, la parola CHORA era un concetto sconosciuto alla maggior parte della popolazione, con un lavoro incalzante , che continua ancora, abbiamo individuato fisicamente i siti più importanti della Chora, li abbiamo fotografati, descritti nelle nostre pagine web ,riportato la oro storia e da 10 anni abbiamo accompagnato turisti, scuole e cittadini.
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Tesseramento 2021
2011-2021 -10 anni di attività - di ricerca, promozione e valorizzazione del nostro territorio ...
Sembra ieri (gennaio 2011) quando l'allora Sindaco l'avv. Leo Chiruzzi ci accreditò come Centro di Educazione Ambientale del nostro Comune. Non mancarono gli scettici, come sempre, ma siamo andati avanti. Ci sono voluti 10 anni per costruirsi un brand come riferimento per il nostro patrimonio culturale, ma credo che ci siamo riusciti.
Grazie alle nostre attività e a questo sito , siamo diventati un punto fermo per il nostro patrimonio culturale , scrivete su google il nome di uno qualsiasi dei tanti beni del nostro patrimonio ed uscirà sempre il nostro sito nella prima pagina della ricerca. Il tutto senza spendere un solo euro in visibilità su Google, tale risultato eccezionale è stato conseguito solo grazie alle tantissime visite delle nostre pagine. Non è certamente un caso.
Abbiamo fatto conoscere l'ESISTENZA in primis ai bernaldesi, di un grande patrimonio culturale presente nel territorio, beni che fino a 10 anni fa erano praticamente sconosciuti ai più. Le nostre attività sono state sempre in linea con la nostra Mission, si rispetta e si tutela ciò che si conosce e la ricerca...continua ancora e non solo di beni materiali, ma anche di beni immateriali, ancora in gran parte da monitorare.
Il Granchio Blu? Combattiamolo ... a tavola
Granchio blu, combattiamolo a tavola!!!
Nonostante il periodo di grande incertezza in cui ci troviamo a vivere a causa del Covid 19, un punto fermo è l’impegno del Comune di Policoro nel contrasto alla diffusione delle Specie Esotiche (Alloctone o Aliene) Invasive (IAS).
Il 20 Ottobre 2020, presso la Casa comunale, si è tenuto un incontro di aggiornamento sulle fasi operative del progetto “Granchio Blu”, finanziato dalla Regione Basilicata con fondi PO FEAMP 2014-2020 – Misura 1.44 di cui l’Ente è Soggetto Capofila. Alla riunione hanno preso parte l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Policoro, Maria Teresa Prestera, affiancata dal RUP, l’ing. Michelina Larocca, il Dr. Stefano Sacchetti e il Dr. Gianluca Zuffi per la Hydrosynergy Soc. Coop., Spin-off dell’Università degli Studi di Bologna nonché Partner Responsabile scientifico, il Dr. Gianluca Cirelli e la Dr.ssa Annachiara Pisto per l’Organizzazione Aggregata WWF Costa Jonica Lucana e Aree Interne, Soggetto Responsabile per la parte Tecnica operativa, la Dott.ssa Maria Italia Francolino la quale portava al tavolo anche la voce del Presidente del CEA di Bernalda e Metaponto, il Dr. Agr. Geremia Ninno, Soggetto Responsabile per le parte della Comunicazione .
Il progetto “Granchio Blu” si propone di contenere la popolazione di Callinectes sapidus (Rathbun, 1896), promuovendo la conservazione della biodiversità ittica autoctona della Regione Basilicata. Il Callinectes sapidus o Granchio blu è un crostaceo alloctono originario delle coste atlantiche del continente americano, adattabile a differenti caratteristiche ambientali. Tali caratteristiche, unite a notevole voracità ed aggressività rendono la specie una potenziale minaccia per gli ecosistemi che colonizza.
La prima segnalazione in acque italiane risale probabilmente al 1949, nell’alto Adriatico. La specie si è progressivamente diffusa in gran parte del Mediterraneo ed è stato segnalata per la prima volta nel mare Jonio lucano (foce del fiume Agri) nel mese di luglio del 2008 da parte di due Funzionari dell’ Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Basilicata (ARPAB), il sig. Leonardo Miglio, tecnico esperto, che è stato il primo a catturare alcuni esemplari di granchio, ed il Dr. Gaetano Caricato, dottore agronomo ed esperto ittico, che ha provveduto alla loro identificazione e prima segnalazione in Basilicata.
Ad oggi il granchio risulta presente alle nostre latitudini purtroppo in un numero sempre più elevato, probabilmente a causa del cambiamento climatico e delle ideali condizioni ambientali del territorio (Telesca et al., 2015 in Mediterranean Forum on Water Resources) ed è causa di danni sia alle popolazioni acquatiche autoctone, decimandole, sia ai pescatori di piccola pesca costiera perché attacca le prede catturate deprezzandole ed anche perché crea grossi danni alle reti da pesca che dopo poche settimane risultano inutilizzabili (Caricato et al., 2014 in Intenational Simposium Small Solutions For Big Water Related Problems). Il progetto mira pertanto a determinare quali specie autoctone siano impattate ed a valutare gli effetti dell’attività di rimozione del granchio. Dopo una prima fase di formazione a distanza indirizzata agli operatori dell’Oasi WWF Heracleia di Policoro che si occuperanno della cattura del Granchio blu, gli stessi tecnici con il supporto dei colleghi di HYDROSYNERGY Soc. Coop. hanno effettuato dei sopralluoghi presso i fiumi Agri e Sinni e le zone umide limitrofe, al fine di ricercare i punti di pesca più idonei e pianificare attraverso indagini preliminari la migliore strategia di cattura.
Nei giorni 13, 14 e 15 settembre u. s. è stato effettuato il primo monitoraggio faunistico: nelle stazioni di pesca, sono stati effettuati i censimenti di ittiofauna, macrobenthos e la rilevazione dei principali parametri chimico-fisici dell’acqua e delle tipologie ambientali. A questa prima campagna di monitoraggio seguiranno azioni di contenimento /controllo delle popolazioni di Granchio blu nelle aree di progetto. Nelle zone di foce e nelle acque interne saranno attivate campagne di pesca al granchio tramite posa di nasse, effettuate dal personale del WWF di Policoro, così come inizieranno le attività di contenimento in mare con l’aiuto dei pescatori della Società Cooperativa NEREIDE, da sempre attenti a mettere in atto pratiche di pesca sostenibili.
I dati fin qui raccolti, consentiranno di identificare possibili filiere agro - chimico - biologiche di sfruttamento dello stock di Callinectes sapidus basate su un principio di economia circolare e di valutarne la fattibilità economica. Il Granchio blu infatti è un crostaceo prelibato, molto apprezzato in America per le sue caratteristiche organolettiche e che in alcuni paesi del Mediterraneo, come Grecia e Turchia viene già pescato e commercializzato. A tal fine, una parte del pescato verrà consegnata alla DE. RA. DO. S.r.l., Azienda Materana che commercia e trasforma prodotti ittici che sperimenterà l’inserimento di prodotti alimentari a base di granchio sul mercato fornendo un feedback di tale attività, parte sarà utilizzata per condurre studi sulla produzione di biopolimeri. Infine ma non per minore importanza, il progetto “Granchio Blu” pone grande attenzione all’azione di Dissemination. Sono previste infatti diverse attività di comunicazione rivolte sia a Target specifici (Associazioni, Istruzione, Istituzioni) che al grande pubblico (Turisti, Cittadini). Un ruolo importante è riservato alle scuole. Gli studenti delle classi di cucina dell’ultimo ciclo degli Istituti Alberghieri (I.P.S.E.O.A.) verranno invitati a partecipare ad un Concorso culinario per cimentarsi nell’elaborazione di piatti a base di Granchio blu con l’utilizzo di parte del pescato che altrimenti diverrebbe rifiuto con i relativi costi di smaltimento. L’intento è di confezionare un vero e proprio menù a base di Callinectes sapidus che i ristoratori della fascia Jonica lucana potranno proporre ai loro avventori. Che tutto questo possa favorire l’inserimento lavorativo di giovani e promettenti cuochi? Ce lo auguriamo.
Il progetto “Granchio blu” che il Comune di Policoro insieme agli altri Partners di progetto hanno messo in campo è ambizioso e innovativo: un nuovo modo di fare reddito per i pescatori professionisti e per i ristoratori che consentirà parallelamente il contenimento di una specie esotica invasiva che minaccia la biodiversità ittica che abita le aree protette lucane; la Costa Jonica lucana ne trarrà grossi benefici, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Se siete curiosi o se vorrete saperne di più non resta che seguire i profili social (Facebook, Twitter, Instagram) dedicate al Progetto “Granchio Blu”.
Basilicata En Plein Air con Cea B&M
Cea Bernalda e Metaponto aderisce alla iniziativa promossa dall' Apt Denominata Basilicata En Plein Air mirante ad ampliare l'offerta turistica “all’aperto”. Le finalità delle iniziativa sono la riorganizzare e promuovere l’offerta connessa all’outdoor, alla vacanza attiva, al turismo lento, alla fruizione del paesaggio culturale lucano, mettendo in rete tutti coloro che offrono servizi particolari dedicati a turisti amanti delle attività a contatto
con la natura e valorizzando così le risorse naturali e culturali presenti sul territorio. E’ questo l’obiettivo del progetto denominato “Basilicata En Plein Air”, che l’Agenzia di Promozione Territoriale di Basilicata ha avviato e destinato agli operatori del settore, a cui Cea B&M non poteva mancare, con cui si intende sia affiancare e supportare gli operatori nella fase della ripartenza, sia garantire un’offerta strutturata e qualificata ai futuri visitatori, in un nuovo scenario determinato dall’emergenza Covid.
Gli abitanti del Castello di Torre Mare
Facendo seguito alla ricerca sui "signori" del Castello di Bernalda si tenta di fare qualcosa di simile con il Castello di Torre Mare,l'idagine si sposta nell'ambito dello stesso territorio, sui "signori" del castello di Torre Mare, ubicato a Metaponto.La ricerca in tale direzione è stata poco generosa di risultati proficui, nonostante l'impegno profuso in tutti i sensi. La fortificazione di Torre Mare è di gran lunga più vecchia del Castello bernaldese, 2500 anni e forse anche prima. Dai pochi testi consultati si cercherà di fare una ricostruzione cronologica limitanti agli ultimi 1000anni, di coloro che lo hanno abitato e dei nobili casati che lo hanno abitato. Numerosi ed autorevoli sono le pubblicazioni in merito,ricordiamo l’evoluzione della toponomastica di Metaponto .Nella Tabula Peutingeriana la fortificazione viene indicata con il nome di Turiostu, poi Sanctae Trinitatis, quindi Turris Maris, Torre Mare e solo grazie ai grandi esploratori stranieri ritorna il nome di Metaponto nelle antiche carte , ma solo alla fine XIX sec.
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