Il casale Avinella, storia della agricoltura metapontina

Il 30 e 31 Luglio, la storica Cooperativa Agricola, più comunemente nota come Cooperativa Avinella, festeggia nel suo “Casone” , il grano, la manifestazione si chiama la Trebbiatura antica. Con grande piacere la nostra associazione promuove attraverso questo sito l’evento per tutta una serie di ragioni.

E’ in cantiere una pagina web ,che sarà presente in questo sito, dedicata proprio a questa cooperativa , le cui origini vanno oltre la sua costituzione ossia nel 1927 e alla lotta per le terre.

Avinella è un nome di estrema importanza per gli archeologi, un nome legato alla storia di Bernalda e alle sue origini.

Cito alcune pillole di storia, solo cenni infatti, raccontare tutta la storia dell’Avinella è impresa ardua e la lascio agli storici accreditati, ma è estremamente intrigante.

Avinella è una contrada nella Chora della Magna Grecia, nella valle del torrente Avinella, un affluente del Fiume Basento, una vallata che ha visto dal VIII al V sec a.c. la più alta concentrazione di fattorie di tutta la Magna Grecia. In questa vallata erano concentrati forse più abitanti dell’area urbana di Metaponto! L’Avinella, insieme alle altre contrada limitrofe, Sant’Angelo, Pizzica, Saldone, Lago del Lupo, San Salvatore, Campagnolo sono state il cuore economico della antica e ricchissima Metaponto. Il simbolo della spiga sulle monete di Metaponto (e anche sul nostro logo) non è casuale.

Dopo il declino della ricca Metaponto greca,  l’Avinella passa al latifondo romano, i resti della più grossa fattoria romana* della zona ,con annessa vasca termale, si trovano sulla collina di San Biagio alla Avinella, tra la chiesetta e la SS407, purtroppo in uno stato di abbandono, con fondazioni della fattoria romana, solcate,divelte da attrezzi agricoli per la coltivazione del fondo.

La romanizzazione dell’Avinella  è stata la fine della prosperità di tutta la contrada.

Si hanno notizie di un  casale  Avinella  fino al 1300, con capacità contributive alla pari della vicina Camarda, tante fattorie, un santuario (San Biagio), una fortificazione (San Giovanni*) e un grande concentrato di insediamenti. Le ipotesi sullo spopolamento della Avinella sono tante e già trattate su questo portale, ma meritano approfondimenti da parte di storici.

Con la fine del feudalesimo i terreni Avinella passano definitivamente dal clero (Abbazia S. Michele di Montescaglioso) al Comune di Montescaglioso. La tenuta Avinella è stata il teatro di tante lotte contadine per la terra, spesso cruente, tra contadini di Montescaglioso, Bernalda e le forze dell’ordine.

Difficile è stata la gestione della Tenuta Avinella da parte del Comune di Montescaglioso negli anni. La terra è arrivata ai contadini gradualmente a seguito di tanti usurpazioni, la quotizzazione in realtà è iniziata in epoca borbonica, continuata dopo l’unità d’Italia, perfezionata in epoca fascista(la Cooperativa Agricola nasce nel 1927) e continuata dal Comune di Bernalda dopo gli anni 70, quando la tenuta passò definitivamente dal Comune di Montescaglioso ..

La prima cessione in fitto ai contadini, di cui si ha traccia, avviene nel 1881 ,poi ne segue un'altra nel 1884, dopo la fondazione della Cooperativa, ancora tanti erano i terreni non assegnati, il Fascio, previa realizzazione di confini con solchi di aratro, assegnò un altro centinaio di lotti ai contadini del 1933, mediante sorteggio ed obbligo di saluto romano alla consegna.

Ma il cosiddetto vallone della Avinella, lottizzato, non era coltivabile in buona parte in quanto era interessato da insalubri paludi malariche.

L’intervento di bonifica, uno dei più importanti del metapontino, avvenne nel vallone della Avinella nel 1948 e terminò nel 1949, dopo questo intervento la contrada divenne completamente coltivabile  ed iniziò la sua rinascita da punto di vista agricolo e non solo.

Negli anni 70 , con l’arrivo della irrigazione, diventa un unico manto di vigneti  per uva da tavola e da vino. La viticoltura darà ricchezza a tutta la comunità bernaldese fino ai primi anni 90, un boom che si collega anche con un’espansione edilizia nel Comune di Bernalda,

 I terreni della Avinellla sono sciolti, freschi,, fertili e precoci, un unicum straordinario per la viticoltura. Dopo il crollo del mercato dell’uva, l’economia agricola bernaldese, non è riuscita più a rialzarsi, la congiuntura ha fatto diverse vittime e si è ritornati al GRANO. Un passo indietro? Forse,ma non sempre è così.

Il grano merita una trattazione a parte,il grando è potere. Una coltura che comunque ha dato sempre i suoi redditi e le sue soddisfazioni agli agricoltori. La cooperativa Agricola, con il suo Casone per lo stoccaggio del grano, è stato sempre un punto di riferimento per la commercializzazione del grano e non solo per i soci della cooperativa, Un esempio di efficienza dell’associazionismo agricolo, duraturo ed efficiente.

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 Nel 2016 Cea B&M fece un importante lavoro di ricerca sul grano unito ad una mostra che si tenne nella Sala incontro di Bernalda. Furono realizzati dei pannelli (che abbiamo ceduto con sommo piacere alla Cooperativa in occasione della sua festa del 30 e 31 luglio) in cui sono riassunti le tecniche colturali della coltivazione del grano dall’allevamento degli animali, alla preparazione del terreno, semina, mietitura, trebbiatura e commercializzazione del grano.

In questi pannelli c’è un piccolo pezzo della nostra storia, relativi agli ultimi 100 anni, della filiera del grano a Bernalda e Metaponto. Abbiamo cercato di fare sintesi e strutturare le varie testimonianze “registrate” direttamente dagli attori di allora, frutto di esperienze personali e dei loro ricordi, spesso narrate dai loro avi. Un pezzo del nostro passato, tra storia e antropologia, facendo perno sull’esistenza dei lavoratori della terra ,che nel lavoro dei campi hanno consumato la loro esistenza, focalizzando l’attenzione sulla coltivazione più importante, quella del GRANO.

Dal lavoro è scaturito un piccolo opuscolo, dal titolo appunto “100 anni di grano a Bernalda”.

Hanno contribuito alla sua realizzazione le interviste a : Berardino Frangione, Giuseppe Albano, Amedeo AlianelliTutuccio Torraco, maestro Mimino Viggiano, Gildo Gallitelli, Rocco Bernini. Rodolfo Ninno- Mario Ninno. Grazia Tarulli, Cosimo Petrocelli, Bernardino Forcillo, prof. Angelo Tataranno, Armando Pizzolla,  Nicola Guida .Molte di queste testimonianze nel frattempo ci hanno lasciato, ma rivivono anche attraverso i loro racconti stampati.

 

 L’opuscolo si può ritirare presso l’Infopoint al Castello di Bernalda, dalle ore 17 alle 21, tutti i giorni, mediante un piccolo contributo di 5 euro. L’opuscolo può essere anche spedito , mediante una elargizione liberale di 5 euro + 5 euro di costi di spedizione, cliccando sul link.

 

  • Si coglie l’occasione per sollecitare l’Amministrazione Comunale e/o anche la Cooperativa Avinella unitamente alle associazioni del territorio, a recintare, pulire e preservare,dlla incuria e dall’abbandono, due importanti siti storici (Fattoria romana San Biagio e Petra di San Giovanni) presenti nei terreni comunali.