Come sempre riportiamo integralmente tutti i lavori che riguardano il nostro territorio,il presente è il frutto di un meticoloso lavoro di un bernaldese innamorato della propria terra ,il prof. Leonardantonio Russo, già Direttore Didattico in una scuola fiorentina. E' il suo grande e gradito contributo alla sua terra, affinche esso possa essere un riferimento per tutto il mondo della scuola e non solo, conoscere la storia del proprio paese è come dare le fondamenta ad una costruzione. Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli un lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose. Il motto della nostra associazione è "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi" (M.Prost), questo lavoro è in linea con la nostra mission e soprattutto mette ordine alle tante fonti di ricerca che negli ultimi anni sono state tirate fuori , da tanti studiosi o semplici appassionati di storia locale ,nell'intento di dare il proprio contributo alla causa.
Ricerca storica sulle popolazioni insediatesi nell’attuale territorio di Bernalda dalla preistoria al Medioevo
di Leonardantonio Russo
Gli argomenti oggetto della ricerca sono stati individuati attingendo a fonti documentarie presenti in rete e sono stati inseriti in una cornice di continuità storica. Sono stati, in particolare, presi in esame gli studi dei più autorevoli studiosi del nostro territorio relativamente al periodo dell’antica civiltà magno-greca sviluppatasi nel Metapontino a partire dal VII sec. a. C.
Per quanto riguarda il periodo medievale, gli autori maggiori delle ricerche storiche riguardanti il nostro territorio sono stati dei religiosi: Padre Benedetto Tromby, Padre Alessandro Di Meo, Padre Vincenzo D’Avino, Padre Serafino Tansi, Padre Donato Giordano, Padre Tommaso Leccisotti, Luigi Branco sacerdote. Grazie alla loro bravura ed al loro tenace impegno sappiamo qualcosa in più della nostra storia. La logica di indagine ha riguardato l’ethnos identificativo delle popolazioni che si sono succedute nel corso del loro insediamento nel territorio attuale di Bernalda prima della sua nascita e l’esistenza di elementi di continuità tra esse. All’intento di una utilizzazione di tipo didattico della ricerca corrisponde la proposta di venti unità didattiche destinate agli alunni della scuola primaria ed agli studenti della scuola secondaria inferiore e superiore.
Indice degli autori delle fonti storiche ed archeologiche:
Michele Lacava, archeologo
Dinu Adamesteanu, ex Soprintendente ai Beni Culturali per la Basilicata
Joseph Coleman Carter, Università di Austin, òTexas
Il volume riporta il consuntivo degli scavi avvenuti nella “chora”di Metaponto e a Pantanello a partite dal 1977 fino al 1999 e si conserva nella British Library of London
Gioia Bertelli Università di Bari
Storia dell’insediamento medievale di Torre di Mare
Alfonso Mele Università di Napoli
Quaderni del Centro Studi Magna
Liliana Giardino, Università di Lecce
Sotiris Bekakos, Università di Salonicco
Nicoletta Marini, docente di greco classico nel triennio della Scuola Secondaria Superiorep
Nicoletta Marini, Metaponto : un percorso di storia-geografia
Martine Denoyelle, Direttore di Sezione Museo del Louvre Parigi
Il mito greco in Occidente nel V secolo: Metaponto ed Herakleia
Ghislaine Noyé, École française de Rome
Antonio De Siena, Università di Milano, ex Soprintendente ai Beni Culturali per la Basilicata
Magna Grecia: un invito al viaggio
Dieter Mertens, Università di Monaco di Baviera
Dieter Mertens, Enciclopedia dell'arte antica della Treccani.
Palmarosa Fuccella, docente presso Università della Basilicata
Breve Storia della Basilicata di Palma Fuccella, La Preistoria, Consiglio Regionale della Basilica
Laura Gasparri
L'Incoronata, Greci e indigeni sul basento, di Laura Gasparri “Instoria, storia & informazione
Anteprima: Video Magna Grecia: un invito al viaggio
Capitolo I
Lineamenti di storia della Lucania e della Basilicata e riferimenti bibliografici essenziali
Capitolo II
Tracce della presenza umana nell’ambiente costiero Metapontino e nel suo entroterra durante i periodi del Paleolitico e del Neolitico
Capitolo III
La civiltá enotria
Capitolo IV
Le popolazioni italiche sabelliche
Capitolo V
Le civiltà nel Metapontino
Capitolo VI
La storia avvincente di Torre di Mare e l’inizio della civiltá feudale
Capitolo VII
Le Civiltà monastiche bizantina e benedettina tra l’VIII e il X secolo
Capitolo VIII
La civiltà Feudale: il Feudo di Mons Caveosus e le donazioni al clero
Capitolo IX
Il Monastero Benedettino di San Michele Arcangelo di Mons Caveosus
Capitolo X
Insediamenti medioevali nel territorio attuale di Bernalda
Legenda🌿 percorso didattico
Capitolo I
Lineamenti di storia dei toponimi di Lucania e di Basilicata e riferimenti bibliografici essenziali
Anteprima:
“Terra antica, quella lucana, e terra d'intreccio di civiltà e popolazioni fin da epoche assai remote”
[Lucania, terra di boschi e magia, dove monti e mare si mescolano in un concerto di silenzi, colori straordinari, terra quasi incontaminata, sconosciuta al mondo nei suoi segreti più intimi e naturali, nei suoi spettacoli di civiltà naturalizzata, che mantiene salda la tradizione di ogni singolo paese.
Acqua: mari solcati da immemorìabili tempi
Aria: venti che da sempre trasportano la testimonianza di lingue e culture arcaiche
Terra: la fecondità di un territorio che ha donato sempre frutti
Fuoco: simbolo dell’arrivo di una nuova civiltà
Ogni elemento ricorda sottovoce un glorioso passato; la Magna Grecia] tratto da ‘Magna Grecia, un invito al viaggio
(://../?=://wwwL’ etimologia del toponimo Lucania
[Le origini del toponimo “Lucania” restano oscure. Poco convincenti risultano sia la tesi che esso derivi dal termine latino “lucus”, (bosco sacro), sia quella che lo farebbe derivare dal termine greco “lupo” λύκος (Cfr, I Lucani e la nascita della Lucania)
Altri studi, meno recenti, tendono a collegarlo all’aggettivo “leukòs” (in greco) (splendente-luminoso). Una tradizione, infine, sembra sottolineare l’idea di un popolo che abita uno spazio luminoso e allo stesso tempo ombreggiato.] (Cfr. Passato e presente: I Lucani)
La sua estensione territoriale
[Nel’introduzione al Dizionario dei Cognomi in Lucania, Gerhard Rohlfs l’autore, Rohlfs Gerhard, riferisce dell’importanza dell'elemento greco nella storia della Lucania: [Fin dai tempi della Magna Grecia la Lucania si è trovata fortemente esposta alla penetrazione ellenica. Ne sono testimonianza la fioritura di immense colonie sorte sulla costa Jonica della regione tra le quali quella di Metaponto. Nel suo nome si costituisce un tratto di congiunzione fra la cultura greca e quella dei popoli indigeni della Lucania antica (Enotri, Sabelli, Lucani, etc…)] (Cfr. METABO- METAΠOo- METAΠON-TION Un testimone vivo della presenza dell’Ellenismo nella Lucania, Sotiris Bekakos). [Verso la fine del V sec. a.C. gruppi di stirpe osco-sannita provenienti dall’area centro-italica, con ondate successive, popolarono la parte interna dell’attuale Basilicata.] (Cfr. La storia) [Il territorio da essi occupato all’epoca non aveva una connotazione geografica. Secondo lo storico e geografo Strabone (64 a.C. -24 d.C.) esso risultava essere compreso tra i fiumi Sele e Lao (Laos)…fino alla Sibaritide (Geografia Cap. VI 1, 2). Un’altra fonte, il Periplo di Scilace, amplia l’ambito territoriale fino alla Sibaritide, descrivendo la “grande Lucania”. In effetti, una definizione regionale della Lucania fu data soltanto a partire dal III secolo a.C. dai Romani. Durante l'Impero di Augusto la Lucania fu unita al distretto dei Bruzi per costituire la Regio III. Questi confini furono in seguito ridimensionati poiché dopo il 356 a.C. il Bruttium corrisponderà all’odierna Calabria e la Lucania finì per indicare la regione definita dai confini attuali fino a quando tra il VI e il IX secolo essa entrò a far parte del ducato longobardo di Benevento. Contemporaneamente le incursioni saracene costrinsero le popolazioni lucane ad arroccarsi sulle montagne. A seguito della conquistai nel 968 venne costituito il dominio dei Bizantini. Questi contesero ai Longobardi le terre del sud che occuparono e divisero in province (“thema”). Ad uno di questi viene ridato il nome di “thema” di Lucania”, ed esso diviene una provincia civile-militare dell'Impero d’Oriente con capoluogo Tursi (o Cassano). (Cfr. (thema), Wikipedia)
In quell’epoca [la Lucania sottostava contemporaneamente al dominio dei longobardi. Il “thema” sopravvisse fino a 1050 circa, finché, tra l'XI e il XII il “thema” scomparve. In quell’epoca cominciarono a susseguirsi i domini di normanni, svevi, angioini, aragonesi e la regione fu sottoposta al pericolo di continue incursioni arabo-saracene, che si stabilirono in molti centri dell’interno fino a quando furono cacciati da essi ad opera degli stessi normanni.]
[1] Rohlfs Gerhard: "Dizionario dei Cognomi in Lucania", Longo Editore, Ravenna, 1985, pag. 25.
Il toponimo Basilicata
[Il nome Basilicata [2]-8] deriva molto probabilmente dal termine “βασιλικός”, designante geneticamente un funzionario bizantino: il "Basilico", che era il rappresentante del “basilèus”, l'imperatore di Bisanzio, sul territorio a cui era demandato. La denominazione di Basilicata compare in età posteriore al dominio bizantino e la si rinviene per la prima volta nel Catalogo dei baroni del 1154. In un documento angioino del 1276-77 si possono chiaramente rilevare i limiti del «Giustizierato della Basilicata», che appaiono essere corrispondenti a quelli attuali, eccezion fatta per l'enclave materana staccata dalla Puglia nel XVII sec.(Cfr. Lucania bizantina, Introduzione)
Bibliografia:
[1] “La Lucania. Discorsi di Giuseppe Antonini Barone di S. Biase”, Giuseppe Antonini, Editore: Appresso Francesco Tomberli 1795-97, Napoli, 1795
[2] “La Basilicata antica”. Storia e monumenti, Adamesteanu, Dinu. - Emilio Di Mauro, 1974,
[3] “Storia della Basilicata”, Gabriele De Rosa, Antonio Cestaro, Storia della Basilicata, Bari, Laterza Editori”
“Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata”, Giacomo Racioppi, Roma, E. Loescher & C., 1889, I vol. pg. 54.
[4] Storia della Basilicata, a cura di “Lucani a Salerno
[5] Storia della Basilicata, Wikipedia
[6] Basilicata, tracce storiche, APT Basilicata
[7] Francis Ford Coppola e la Basilicata
[8] 1968, RAI Teche, "Ritratti di Città: Matera" - WikiMatera.it
Capitolo II
Tracce della presenza umana nell’ambiente costiero Metapontino e nel suo entroterra durante i periodi del Paleolitico e del Neolitico
La presenza umana nel Metapontino e nei suoi dintorni in epoca preistorica è stata accertata. Uno studio che documenta in modo approfondito e rigoroso l’evoluzione del cammino umano nel territorio attuale di Metaponto a partire dai primi albori della civiltà è stato edito dal Consiglio Regionale della Basilicata (Cfr. Il Paleolitico della Basilicata)
🌿 Percorsi didattici per la scuola secondaria inferiore: Racconti preistorici: la Preistoria raccontata
🌿 Percorso didattico per alunni della scuola primaria e secondaria inferiore:
La preistoria raccontata ai bambini della scuola primaria e secondaria inferiorea
La posizione geografica della Basilicata, spazio di scambi commerciali e la descrizione del territorio metapontino
[La particolare conformazione del territorio della Basilicata ha permesso che esso fosse caratterizzato durante il periodo preistorico da una grande disponibilità di acqua dolce… La regione é, infatti, scandita dalle vallate e dai bacini fluviali subparalleli dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni, che incidono a ventaglio l’ampio versante Jonico riversandosi nelle acque del Mediterraneo, dopo aver percorso i primi bassi rilievi collinari dell’entroterra montuoso e la zona subcostiera con i terrazzi pleistocenici digradanti verso il mare…] (Cfr. L'Incoronata, Greci e indigeni sul Basento, di Laura Gasparri “Instoria, storia & informazione)
Le prime tracce di frequentazione umana nel Paleolitico Inferiore nella fascia ionica della Basilicata
[Tra il 25.000 ed il 15.000 a.C. nei lunghi e glaciali inverni, gli uomini primitivi rifugiavano nelle grotte, e, proprio sulle pareti di quei remoti anfratti sono state ritrovate le prime raffigurazioni del mondo preistorico, i segni incisi o dipinti, da gruppi di cacciatori-raccoglitori rappresentano animali o figure astratte: disegni-messaggio misteriosi e straordinariamente vivaci.] (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. cit.)
Nell’entroterra della fascia ionica della Basilicata e precisamente nei pressi di Matera è tuttora presente il sito della (Cfr. La grotta dei pipistrelli età “musteriana” che, insieme alla sottostante Grotta Funeraria… ha racchiuso per millenni le più antiche testimonianze straordinarie di vita dell’uomo preistorico. Per questo motivo il sito è di fondamentale importanza storica ed archeologica… Sono stati rinvenuti nel sito bracciali, raschiatoi, punte e percussori attribuibili al Paleolitico medio…]
Immagine tratta da: La Grotta dei Pipistrelli
Il Paleolitico Superiore nella valle del Bradano
[Gli uomini del Paleolitico superiore [1] furono prevalentemente nomadi, conobbero l’uso del fuoco, vissero di caccia e di raccolta di vegetali spontanei...] [1] (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. cit.). In quest’era è da segnalare il ritrovamento di [un centro popolato tra le foci del Bradanus e del Casuentus… Gli scavi archeologici hanno portato alla luce molti oggetti dell’età della pietra levigata a dimostrazione che già da allora vi era in questi luoghi un insediamento umano....] (Cfr. METABO- METAΠO-...op. cit.). Le testimonianze di reperti litici, utili a trasmetterci frammenti di vita preistorica, sono le pietre millenarie e gli utensili per la lavorazione, come la “Punta Musteriana” ritrovata a “Pane e Vino”, tra Tursi e Policoro] (Cfr. Breve Storia della Basilicata di Palma Fuccella, La Preistoria, Consiglio Regionale della Basilicata).
Industrie litiche del Paleolitico superiore risalenti alle ultime fasi dell’Acheuleano sono state rinvenute sui [terrazzi del Bradano: bifacciali (amigdala, ovvero cuneo o ascia da pugno utilizzato presumibilmente dall'Homo ergaster), ciottoli incisi a motivi geometrici, segni di una scrittura embrionale a noi sconosciuta ed indecifrabile. I reperti appartengono ad un periodo più recente, nel corso del quale i neandertaliani si estinsero (35.000 anni fa) e dal Medio Oriente arrivò in Europa l'uomo di Cro-Magnon…] (Cfr. Basilicataturistiica, APT Basilicata)
La civiltà e gli insediamenti del Neolitico nel territorio materano
[A questa svolta epocale dell'umanità seguirono importanti innovazioni tecnologiche che facilitarono lo sviluppo di una nuova economia produttiva basata sulla fabbricazione della ceramica per la conservazione dei prodotti, la tessitura... Questo profondo cambiamento è conosciuto con la denominazione di "rivoluzione neolitica".] (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. cit.). [Durante il Neolitico, in condizioni climatiche molto simili a quelle attuali… tra il VII al V millennio a.C. gli uomini da cacciatori divennero allevatori, scoprendo l'agricoltura. La cultura neolitica cominciò ad irradiarsi lungo i corsi dei fiumi raggiungendo anche le aree interne. (Questa evoluzione è avvenuta anche nell’area della Murgia Materana.) In questi siti si costituí un “habitat” ideale per l'”Homo Sapiens Sapiens”...] (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. Cit.).
L’etá del bronzo nella costa ionica
[A partire dal IV millennio a.C. la costa Jonica della Basilicata fu interessata da nuovi modelli insediativi espressione delle prime società agricole del Neolitico. Le popolazioni indigene si insediarono saldamente nelle zone interne occupando alture pianeggianti e terreni favorevoli all’agricoltura lungo i primi rilievi costieri in vicinanza di corsi d’acqua. Questa posizione territoriale, che costituiva anche una difesa naturale, favoriva i contatti con le più avanzate aree esterne del Mediterraneo. Si verificó, pertanto, la nascita di villaggi formati da capanne costruite con pali di legno e altro materiale vegetale rivestite da intonaco argilloso. In questa fase insediativa alcuni siti hanno acquisito
un ruolo centrale nel controllo del territorio.]…[Reperti antichi, risalenti alla Media Età del Bronzo, sono stati rinvenuti in diverse località nella piana metapontina e sui rilievi più prossimi. (Cfr. (Metaponto : un percorso di storia-geografia, Nicoletta Marini) [I siti neolitici di Anglona, collocato in posizione dominante su una collina tra i fiumi Agri e Sinni e quello di Termitito posto su uno dei terrazzi sulla destra del fiume Cavone o San Vito di Pisticci detengono un ruolo predominante sugli insediamenti minori.] [2] [La fabbricazione di vasi in argilla è dettata dalla necessità di detenere e conservare prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame. Recipienti di grandi dimensioni sono utilizzati per la conservazione di elementi solidi come il grano e l’orzo e liquidi come il latte e l’acqua. Sono anche presenti delle fosse di servizio, utilizzate per l’alloggio dei grandi contenitori d’argilla (pithoi) utilizzati per la conservazione delle derrate alimentari.] Cfr. Magna Grecia, un invito al viaggio, op. cit.)
I reperti più antichi, risalenti alla Media Età del Bronzo, sono stati rinvenuti in diverse località nella piana metapontina sui rilievi più prossimi. Lo studio dei frammenti di ceramiche e di altri utensili rivela, infatti, che si tratta di fabbricazioni locali non greche. Ma la situazione è destinata a mutare.
E contemporaneamente un’altra “cultura” si sovrappone ad essa
I primi commerci con il mondo orientale, greco, etrusco-tirrenico
[La Basilicata, posta tra i mari Jonio e Tirreno, diventò fatalmente luogo di contatto e di interscambio tra le genti che attraversavano i due mari. Ciò avvenne fin dall’età del bronzo.] (Cfr. Basilicata, tracce storiche, op. cit.).
Pertanto, [cominciano ad essere presenti nei siti anche ceramiche importate dalla Grecia e dalle isole Egee, nonché una produzione "mista" definita italo-micenea.]. Attraverso i corsi dei fiumi e le coste, si infittiva l'influenza micenea sulle popolazioni locali. (Cfr. (Metaponto : un percorso di storia-geografia, Nicoletta Marini)
Non distante dalle spiagge dello Jonio, a “Pane e Vino”, fra Tursi e Policoro, fu scoperta una delle primissime testimonianze delle relazioni commerciali fra la Basilicata ed il mondo del Mediterraneo orientale: la tomba di un capo tribù coperta da lastroni di pietra e contenente uno scettro di comando, ivasi con incisioni geometriche una collanina in pasta vitrea, esemplare noto della produzione assiro-fenicia collegata al mondo miceneo.] (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. cit.).
La nascita della “cultura mista”
Comincia, inoltre,ad apparire una produzione "mista" definita italo-micenea. Questi elementi confermerebbero, ad un certo momento, la presenza di greci nel territorio. Si deve a questi greci la diffusione di materiali più raffinati e tecnologie più avanzate, nonché il miglioramento delle tecniche (Cfr. Metaponto: un percorso!, di storia-geografia, Nicoletta Marini), di produzione agricola..... (Cfr. Breve Storia della Basilicata...op. cit.)].
Le prime tracce della civiltà precoloniale
In questo periodo, soprattutto nella fase finale del Bronzo, si assiste allo sviluppo di strutture abitative di maggiori dimensioni, all'incremento di attività economiche a opere di bonifica per migliorare la produzione agricola. Intorno alla metà dell'VIII sec. a.C si avvertono segnali di ripresa socio-economica, con una crescita della popolazione la trasformazione dei villaggi in senso protourbano: è la cosiddetta "fase precoloniale". Gli archeologi sono inclini a vedere nel sito dell'”Incoronata”, poco a ridosso della futura colonia di Metaponto, un insediamento greco di tipo commerciale e artigianale. Tale abitato sarebbe stato distrutto con la violenza circa un secolo dopo. Strabone, come si è visto, ricorda una distruzione della città [di Metaponto] ad opera dei Sanniti, ma la notizia non trova riscontro in quanto questa colonia si formò e si sviluppò successivamente.
[ Si può supporre, pertanto, che questi siti avessero una complessa struttura organizzativa interna basata su una vivace attività commerciale confermata dall’eterogeneità dei reperti rinvenuti, su una diffusa coltivazione di ulivo e vite e sulla pratica della cerealicoltura. In questo L periodo, soprattutto nella fase finale del Bronzo, si assiste allo sviluppo di strutture abitative di maggiori dimensioni, all'incremento di attività economiche ad opere di bonifica per migliorare la produzione agricola. Questa situazione muta in modo drastico durante le fasi finali dell’età del Bronzo. Si osserva, in questo periodo, un modo nuovo di occupare il territorio: gli insediamenti dell’entroterra vengono abbandonati a favore di abitati su pianori
costieri che sebbene non garantiscano una difesa naturale permettono comunque di mantenere il controllo sulle valli fluviali.]
I tratturi come via di collegamento tra le popolazioni indigene e la nascita della “cultura appenninica”
[Attraverso la transumanza, in questa fase, cominció a consolidarsi la cosiddetta "cultura appenninica".
[Un ruolo importante, a tal proposito, era svolto dai tratturi con andamento parallelo alla costa, come quello c.d. preistorico che da Taranto giungeva nella Valle del Crati, attraversando le Tavole Palatine, San Basilio, Acinapura, Cisterna, Murge di Santa Caterina, Montesoprano, Amendolara. In questa nuova fase assumono importanza gli abitati indigeni sulle colline pianeggianti di Valle Sorigliano, tra Anglona e Policoro, e di San Teodoro-Incoronata di Pisticci, sulla destra del fiume Basento da cui domina la valle. Tra la fine dell’VIII ed il VII sec. a.C. quest’ultimo abitato è interessato da una graduale trasformazione determinata da nuovi contatti commerciali e dall’arrivo di elementi greci. Riconducibili allo stesso periodo sono i resti di un insediamento trovati nei pressi dell’attuale Policoro; anche in questo caso sembrano testimoniare una presenza greca, di tipo Jonico, antecedente la colonizzazione della Siritide; presenza che nel corso del VII secolo si sarebbe trasformata in una polis identificata con Siris-Polieion. Il modello insediativo di questi siti è costituito da piccoli nuclei di artigiani e commercianti greci che operano in territorio indigeno e che si integrano nelle comunità locali. Presso questi siti si provvedeva alla raccolta e alla distribuzione di merci di origine greca e di manufatti prodotti in loco. Gli abitati sono costituiti da gruppi di capanne infossate nel terreno, generalmente, a pianta ellittica o circolare con struttura lignea rivestita da intonaco argilloso (c.d. Incannucciata), come testimoniato nei siti dell’Incoronata-San Teodoro, di Tursi e di Santa Maria di Anglona. All’interno delle capanne spesso sono presenti delle fosse di servizio, utilizzate per l’alloggio dei grandi contenitori d’argilla (pithoi) utilizzati per la conservazione delle derrate alimentari.] (Cfr. Magna Grecia, un invito al viaggio...op. cit.).