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L’area SIC Costa Ionica Foce Bradano è occupata in gran parte dal corso terminale del fiume Bradano  circondato da terreni che risalgono al Quaternario recente. Si tratta di un tratto costiero geologicamente recente costituito da dune sabbiose basse che si alternano a depressioni umide, corrispondenti ad affioramenti di lenti argillose. Come in tutta la costa ionica lucana sono di grande importanza gli alvei fossili dei fiumi che sboccano nel Mar Ionio.
I terreni risalgono al Quaternario recente ed il substrato litologico è formato da coltri di depositi poligenici di origine alluvionale trasportati dai fiumi e da depositi sabbiosi dei sistemi dunali fossili e recenti, interrotti da affioramenti argillosi dei sottostanti terreni plio-pleistocenici (Boenzi et al., 1996).
Il litorale, costituito da costa bassa e sabbiosa formata da terreni con suolo molto sciolto ed erodibile, è caratterizzato da rilevanti attività idrodinamiche ed eoliche, che influiscono su di esso determinando fenomeni di erosione particolarmente evidenti in alcuni tratti costieri.
Il fiume Bradano è il primo dei fiumi ionici a partire da nord, sfocia nel Golfo di Taranto  e, con i suoi 120 km,  è il terzo fiume della regione per lunghezza, dopo il Basento e l’Agri.
Nonostante l'ampiezza del bacino, questo fiume ha una  bassa portata media annua alla foce, di poco più di 7 mc/s. Le scarse precipitazioni, tra le più basse della regione, i terreni poco permeabili e la conseguente scarsità di sorgenti sono tra le cause della scarsa portata del Bradano. Il suo regime è, dunque, torrentizio con piene anche superiori ai 1.000 m3/s in autunno e inverno e magre quasi totali in estate. Lungo il suo percorso il Bradano è sbarrato dalle dighe di Acerenza e San Giuliano, che contribuiscono nel diminuire ulteriormente la portata del fiume.
L’area alla sinistra idrografica del fiume Bradano ospita un lago retrodunale chiamato Lago di Salinella (foto 3 e 4), in corrispondenza di un tratto di alveo abbandonato. Nel corso del tempo, infatti, l’alveo del fiume ha subito un progressivo spostamento verso sud-ovest con conseguente interramento dell’area di foce. Attualmente il Lago Salinella è separato dal mare da un ampio cordone dunale e la sua superficie si è andata riducendo nel tempo. Quest’area umida, insieme al residuo bosco di Policoro, rappresenta una delle più importanti emergenze naturalistiche della fascia costiera ionica lucana.
Il territorio del SIC Foce Bradano comprende nei suoi confini due riserve naturali. In particolare, il tratto di foresta alla destra del Bradano include una parte della “Riserva Naturale di Metaponto”mentre il tratto alla sinistra del fiume coincide quasi del tutto con la riserva Regionale Marinella Stornara.
Nella zona retrostante la duna, compresa tra la pineta e la sponda destra del fiume Bradano, inoltre, si trova un’area sottoposta a periodiche inondazioni, attualmente occupata da un intervento Life da parte del CFS (foto 5).
L’area del SIC Foce Bradano si presenta attraversata da canali principali e secondari che provvedono allo smaltimento delle acque  che altrimenti stagnerebbero come accadeva prima della bonifica. Il territorio, inoltre, è attraversato per quasi tutta la sua lunghezza da una strada di servizio in terra battuta dalla quale, perpendicolarmente, si distribuiscono una serie di sentieri secondari, diretti verso il mare, che dovrebbero fungere anche da viali parafuoco.
Un piccolo ampliamento del sito è stato proposto al fine di includere un’area caratterizzata da prati periodicamente inondati che ospitano l’unica popolazione nota in Basilicata di Damasonium alisma, specie vegetale a rischio, caratteristica dell’habitat 3170. Altre modifiche sono state effettuate per l’adeguamento ad una base cartografica di maggiore dettaglio e per una migliore riconoscibilità dei limiti sul territorio (tracciati stradali, ferrovia, corsi d’acqua, ecc.).
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