Il “castrum” di San Salvatore
Il sito di San Salvatore,localizzato ca. 6 km a NW dell’antico centro di Metaponto, occupa un terrazzo situato sulla destra orografica del fiume Bradano. L’ubicazione topografica conferisce al luogo una straordinaria visibilità: da gli insediamenti della valle del Bradano a quelli interni del primo gradino della Murgia fino a raggiungere il golfo di Taranto con i relativi centri costieri. La particolare e fortunata posizione geografica ha favorito nell’area forme insediative stabili sin dal l’età eneolitica periodo a cui risale una necropoli in datata solo in parte. Ad età greca è verosimile attribuire l’impianto di una fattoria come suggerisce il ritrovamento di alcune tombe, caratterizzate da ricchi corredi databili tra fine VI e IV secolo a.C. Il dato è completato dal ritrovamento di un antico canale di bonifica inserito nella maglia dilimites che dall’interno attraversano il territorio della città greca di Metaponto per raggiungere la costa. Ad età altomedievale sono invece da riferire due contesti funerari rinvenuti occasionalmente nell’area prossima alla collina e caratterizzati dalla presenza di un’anforetta a bande larghe e di alcuni oggetti di abbigliamento che permettono di datare le sepolture al VI VII secolo d.C.
L’occupazione del terrazzo acquista particolare importanza in età medievale quando nel secolo XI Roberto Maccabeo, nipote di Roberto Guiscardo, erige un insediamento fortificato denominato “ Castrum Sancti Salvatoris De Marina ”.
Nel 1099 il complesso viene donato all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso e da questa tenuta come feudo fino agli inizi del XVII secolo. Tra gli ultimi documenti che menzionano il castrum di San Salvatore, annoverato tra gli insediamenti spopolati e abbandonati, si segnala una carta del 1488 con la quale Federico d’Aragona confermava i beni concessi al monastero di Montescaglioso. Il complesso ha subito nel corso dei secoli numerosi interventi di restauro e consolidamento che ne hanno in parte alterato i caratteri architettonici originari. Alla metà del XVI inizi del XVII secolo si datano i primi interventi, condotti dai monaci dell’abbazia di Montescaglioso, a cui hanno fatto seguito altre ristrutturazioni con conseguente trasformazione del complesso fortificato prima in masseria (complesso rurale a carattere latifondistico) e poi in azienda agraria di eccellenza in anni recenti. Della struttura originaria dell’insediamento medievale, la cui sequenza costruttiva e storica si basa su un’analisi sommaria di carattere prevalentemente stilistico, si conservano alcuni tratti del muro di cinta e la torre in cui si apre il portale di accesso al complesso oggi visibile nella sua veste cinquecentesca. All’interno gli spazi abitativi e di uso erano organizzati su due piani. La chiesa, intitolata al Salvatore, è ad aula unica coperta da volta a botte lunettata risalente alle ristrutturazioni degli inizi del XVII secolo. Probabilmente la chiesa medievale era situata nello stesso luogo e quindi adiacente alla torre e all’ingresso del complesso. Nelle murature dei vari corpi di fabbrica sono presenti numerosi blocchi di reimpiego, anche di grandi dimensioni, provenienti credibilmente dalla vicina città greca di Metaponto. Altre pertinenze estrutture dell’insediamento sono con molta probabilità da identificarsi in un gruppo di edifici posti a breve distanza, esterni alla cinta muraria del complesso medievale, ed attualmente ristrutturati ed adibiti ad uffici dell’azienda agricola. Lo scavo di emergenza e le strutture in esso rinvenute, oggetto di trattazione del presente lavoro, si trovano tra il complesso fortificato e questo nucleo abitativo distaccato.
In accordo con le fonti scritte, i dati archeologici collocano la fase finale di vita del sito nel tardo Medioevo inserendo l’insediamento nel panorama dei deserted villages che caratterizzano l’Italia meridionale, ed il territorio metapontino, tra la fine del XIV e il XV secolo.
Erminia Lapadula
tratto da "BASILICATA REGIONE Notizie, 1991
"MASSERIA DI S. SALVATORE" - BERNALDA (MT)
La masseria, che è posta sulla riva destra del fiume Bradano a pochi chilometri della magno-greca Metaponto, è stata un valido insediamento produttivo, con una destinazione agricolo-residenziale secondo l'orientamento d'epoca (7/'800), finché è appartenuta ai benedettini di Montescaglioso (MT), per poi accusare, con la duplice eversione ottocentesca degli ordini monastici e della feudalità e con la relativa variazione di proprietà (comunale), un crescente ed inesorabile degrado che ancora oggi persiste con un doppio contraccolpo, il fallimento aziendale ed una ormai travolgente fatiscenza strutturale.
Ciò nonostante, la masseria mostra i segni di un glorioso passato, quali l'ampia corte, l'ingresso archivoltato a tutto sesto a mo' di torre con caditoia per la difesa piombante scandito da due lesene bugnate, ed infine la chiesa, a sinistra dell'ingresso, costituita da tre campate in stretta successione, coi tetti spioventi, e con campanile a vela; oltre alla chiesa, nella corte prospettano tutti gli altri ambienti un tempo destinati ai diversi servizi aziendali. Per un abbandono che dura da diversi decenni, come si è già detto, il complesso rurale versa in condizioni precarie che però possono ancora recuperarsi.