I TEMPLI
TEMPIO DI APOLLO LICEO
Il Tempio di Apollo Liceo (Lykaios: luminoso splendente) ha due distinte fasi costruttive, entrambe caratterizzate dalla presenza del colonnato centrale all’interno della cella (naòs) e dell’assenza dell’ambiente porticato posteriore (opistòdomo). Le stesse caratteristiche si ritrovano nel tempio arcaico di Hera (cosiddetta Basilica) di Poseidonia – Paestum. Il primo edificio, iniziato intorno alla metà del VI secolo a.C. secondo i nuovi orientamenti dell’impianto urbano. Propone una pianta stretta e lunga, con una peristasi di 9x17 colonne doriche. Il progetto non fu mai completato. Infatti, alcune colonne monolitiche, ancora con scanalatura non rifinite, sono state successivamente utilizzate per potenziare le fondazioni della seconda fase. Per il nuovo tempio è stato chiuso con un muro continuo e decorato con mezze colonne l’ampio corridoio esterno della cella. La pronta principale orientale è stata arricchita con un’ulteriore fila di colonne che ne esalta l’aspetto scenografico e ne sottolinea l’importanza. La chiusura della peristasi è credibilmente dovuta a particolari esigenze di culto. Il tempio di Apollo rappresenta il primo esempio conosciuto nell’architettura greca di uso delle mezze colonne con funzione decorativa e portante.
TEMPIO IONICO
Il tempio costituisce una delle testimonianze più importanti per la conoscenza degli apporti del mondo greco orientale all’architettura dell’occidente greco nel tardo arcaismo e nella prima età classica. La pianta molto allungata e stretta con 8x20 colonne, la trabeazione composta da architrave (epistilio), fregio decorativo e cornicione a dentelli rappresentano le caratteristiche principali dell’edificio. Le novità del progetto provano in modo concreto la grande capacità dei coloni di appropriarsi delle forme sviluppate nelle isole Cicladi ed in Asia Minore e di adattarle alla propria tradizione culturale e tecnica. Il tempio, nonostante sia stato costruito ella prima metà del V secolo a.C., ha un orientamento diverso rispetto agli altri due maggiori edifici di culto e agli assi della viabilità urbana. Si presume che la sua realizzazione riprenda volutamente l’impianto di una precedente struttura sacra, orientata come l’Heraione l’Athenaione dedicata adArtemis.Il recente restauro propone il tracciato della fondazione, completamente depredate, ed offre un esempio della disposizione delle colonne e del fregio sulla fronte orientale. Gli elementi architettonici sono calchi in gesso degli originali conservati nell’area attrezzata posta ai margini del parco. La buona qualità della pietra utilizzata per la costruzione spiega il presente saccheggio sofferto dal monumento già in antico ed il suo attuale, pessimo stato di conservazione.
ATHENAION
Il sacello Athenaion è di sicuro il più antico edificio sacro ancora conservato nel santuario urbano. Ha una forma molto semplice con un piccolo ambiente quadrangolare apero sul lato est ed un orientamento diverso da quello dell’impianto urbano. La fondazione in pietra è costituita da grossi blocchi informi di conglomerato ed arenaria locali. Le pareti hanno uno zoccolo di blocchi di calcare molto fine, mentre la parte in elevato doveva essere completata con mattoni crudi. A questa prima struttura appartiene il noto fregio in terracotta con la rappresentazione di un corteo di fanciulle e di una coppia femminile trasportata su carro. La presenza di questo motivo decorativo anche sulla colina di Policoro e a Francavilla Marittima, nel retroterra di Sibari, in entrambi i casi in contesti santuari ali dedicati ad Athena, autorizza l’attribuzione anche di questo edificio alla dea. Nel corso della prima metà del V secolo a.C. un nuoco progetto comporta l’ampliamento del sacello arcaico e la realizzazione della fondazione, a grossi blocchi di calcare, per un grand
e tempio. Esistono difficoltà per la ricostruzione della pianta e delle pareti in elevato. È possibile, comunque, che sia stata conservata la tipologia dell’impianto iniziale, tipomegarone senza colonnato esterno. Questo edificio è l’unico ad aver avuto un tetto in marmo greco, decorato con gronde a testa leonina ed acroteri a palmette e spirali.
TEMPIO DI HERA (570 – 530 a.C.)
Il tempio maggiore del santuario urbano, costruito secondo i canoni dell’ortine dorico – acheo, è dedicato ad Hera, la divinità cui è riconosciuto un’indiscutibile primato in tutte le colonie achee dell’Italia meridionale. Il grande numero di colonne (8x17), lo stile pesante delle forme architettoniche ed il mancato rispetto dei rapporti dimensionali tra le varie parti costituiscono una conferma dell’altra arcaicità dell’edificio e lo indicano come uno dei primi e più grandi templi concepiti interamente in pietra della Magna Grecia. La pianta molto allungata, il colonnato frontale raddoppiato, la cella tipomegaroncon due file di colonne addossate alle pareti interne consentono di stabilire confronti anche con i più antichi templi greci della Sicilia. Lo scavo ha documentato anche qui l’esistenza di una prima fase costruttiva mai completata, caratterizzata da un orientamento leggermente diverso rispetto all’asse dei templi ed alle geometrie regolari dell’impianto urbano.
Il monumento è stato molto depredato ed attualmente è riconoscibile solo per i filari di fondazione e per la presenza di alcuni elementi architettonici (blocchi di colonna, capitelli e modanature) disposti in moda da segnarne il perimetro. Manca la base su cui poggiavano le colonne (stilobate) e tutta la gradinata (crepidoma). La ricostruzione parziale della fronte orientale suggerisce pertanto solo la possibile posizione del colonnato e la sequenza delle parti ancora conservate dell’elevato.
TEATRO EKKLESIASTERION
Il
complesso monumentale era destinato ad ospitare le maggiori assemblee popolari di carattere religioso e politico. Nei livelli più profondi è documentata una prima fase, databile nei decenni finali del VII secolo a.C., costituita da semplici tribune di legno. Ad essa segue un edificio di forma circolare (ekklesiasterion), caratterizzato da un muro esterno a blocchi con la funzione di sostegno del terrapieno artificiale, da due grandi ingressi e da una orchestra rettangolare posta al centro. La struttura ha un diametro di 62 metri e può ospitare 8.000 persone. La sistemazione attuale con il profilato metallico ne suggerisce l’originaria altezza e la planimetria. Nel corso della seconda metà del IV secolo a.C., con la riorganizzazione urbanistica e monumentale della città , l’edificio assembleare è sostituito dal teatro che in parte ne recupera anche il rilevato. Il nuovo monumento propone una interessante decorazione esterna con fregio dorico. L’accesso alla zona superiore dellacaveaè assicurato da sei rampe disposte tra il muro di contenimento del terrapieno e la facciata. Una di esse è stata ricostruita per l’intera altezza e consente di raggiungere l’attuale punto di osservazione da cui in origine si sviluppava la gradinata. Il teatro di Metaponto con la sua forma particolare ha rappresentato un significativo modello per lo sviluppo della successiva architettura romana.